Il mare mi appartiene per nascita. Se c’รจ un luogo per me dove il tempo non รจ perso, รจ proprio la riva di una spiaggia. C’รจ un caparbio incanto nel mare che mi cura, mi fa guadagnare il fianco dei gabbiani e accoglie i pensieri inascoltati.
Le piccole onde si infrangono contro i miei piedi nudi, diramando l’azzurro sin nelle vene.
Osservo in lontananza una barca di pescatori gettare le reti quando, all’improvviso, un elicottero quasi plana sul ceruleo specchio.
Il movimento rotatorio dell’elica solleva una miriade di stille che, da lontano, sembrano polvere d’acqua.
E, in questo preciso istante, penso che ciรฒ che sta accadendo in superficie coincide con quello che avviene nei fondali e che noi non vediamo: quando le correnti partono all’arrembaggio dell’ovattato universo marino, tanto da farlo tremare.
L’elicottero riprende quota e si allontana. Le particelle d’acqua, inciampando tra loro, ritornano nell’immenso blu, raccontando delle emozioni del loro scatenato volo.
Avrรฒ sempre delle rive nel petto, sia che io parta sia che io resti, ed una barca al tramonto dentro la quale posare il bagaglio del mio cuore.
(Prima foto dal web)


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