La Ragazza del Fabbro

Lucifer e la tecnologia

(Parte 2)

Quella notte Lucifer era adirato oltre ogni dire (luciferino, naturalmente, mica umano). Gli uomini, che seguiva da tempo, avevano deciso di ritornare sulla retta via. E sì che aveva suggerito loro mille modi per traviarsi: false adulazioni, selfie splendidi, PIN di qua, PIN di là e d’un tratto loro?

ABRACADABRA avevano deciso di rinunciare alle vanagloria terrena.

“Non ci si può proprio fidare di nessuno” considerava ad alta voce tra sé “prima sono tutti promesse e abbracci e poi…appena si rendono conto di cosa troveranno da me, rinunciano!

Quanta fatica sprecata: gli uomini non apprezzano tutto il mio lavoro dietro le quinte. Sanno quello che mi costano i programmatori e gli informatici per la sicurezza del diabolico sistema? No. L’altro giorno uno dei miei Data Scientist per Big data ha inviato per sbaglio un virus al mio cellulare. A me, che sono il sovrano dei virus!

Lo sanno quanto costa creare nuovi filtri, assumere divulgatori farlocchi, pubblicare tesi che non stanno in piedi? E’ vero che le mie disponibilità economiche sono infinite, ma c’è un limite a tutto! Persino la mia pazienza ha un limite! Ecco, la verità è che spendo più in tecnologia che in qualunque altra cosa”.

C’è da dire che persino il suo tesoriere si era rifiutato di aprirgli il caveau per prelevare un po’ di liquido (denaro non sangue) perchè Lucifer non ricordava il codice segreto! Tutta colpa di un tremendo mal di testa che non lo aveva fatto dormire, facendolo risvegliare con due borse violacee sotto gli occhi.

“Spazi segreti, secondi spazi, tripli spazi…non ne posso più”. L’ultima moda che aveva inventato era quel social dove si ascolta gente che sgranocchia del cibo e che pubblica foto dei propri piedi. Trovava che taluni erano talmente sciocchi che, se avesse potuto, avrebbe postato le sue zampe col nuovo smalto, certo di un lusinghiero successo.

“Sono stanco di dover pensare sempre a nuove cattiverie, quasi quasi me ne vado in pensione”.

No, pensò poi, raddrizzandosi le corna di cui una era scheggiata poiché, nel tentativo di reperire un’anima femminile, la suddetta lo aveva preso a bastonate, costringendolo ad una rapidissima fuga. Fu in quell’occasione che coniò il celeberrimo detto “le donne ne sanno una più del diavolo”. No, non posso. Ad un tratto gli balenò per la mente una fantastica idea!

“E se mi imbarcassi per una crociera? Così, giusto per rilassarmi un po’ e lasciare i problemi nell’antro infernale, pardon a casa”. Prese il giornale, che bruciacchiò un po’ agli angoli, e lesse del viaggio inaugurale di un nuovissimo e lussuosissimo transatlantico.

Modulò la voce ad uomo cortese e chiamò la compagnia: “Pronto, TITANIC?”, chiese.

FotoByPinterest
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9 risposte a “Lucifer e la tecnologia”

  1. Avatar ©Pensieridicarta1
    ©Pensieridicarta1

    Prosegue il Lucifer…..

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    1. Pensa che a volte mi fa un po’ pena…ma sono per il “ognuno a casa propria” 😁

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      1. Avatar ©Pensieridicarta1
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        Eh si

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  2. Avatar ©Pensieridicarta1
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    …… però in crociera ci andrei pure io eh?

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    1. Che ne dici di andarci insieme? Però, se posso suggerire Paola, io eviterei il Titanic, mi terrei su un’imbarcazione più umile, diciamo…

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      1. Avatar ©Pensieridicarta1
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        No infatti suggerirei un peschereccio a vista….pane e salame, mare e via che dici?

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      2. Affare fatto, preparo il cestino da pic-nic !!! 😄

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      3. Avatar ©Pensieridicarta1
        ©Pensieridicarta1

        Porto da bere💪🏻

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