Questa mattina mi sono recata, come quasi ogni giorno, nella bottega di alimentari vicino casa che ancora resiste alla concorrenza dei grandi ipermercati e all’incuria del tempo. Ed ecco che ti ritrovi altrove, in un posto perfetto, che profuma di odori e sapori antichi: memorie tinte di luce e di nostalgia per le uscite in bicicletta e il richiamo della mamma per il panino della merenda.
Drusilla, la salumaia verso la quale nutro un affetto quasi filiale, dopo avermi salutata, mi apostrofa così: “Brig, cosa prendi oggi la mortadella o la bresaola?”
E qui scatta lo psicodramma! Mi rendo conto che il fascino della prima non ha eguali, ma poi penso all’immaginario regolamento da spiaggia che bolla, come un difetto imperdonabile, la piega che la mia pancia assume quando mi accomodo su Fiammetta, la mia sedia a sdraio per il mare a fasce sgargianti con quell’eleganza affettata che persino la buonanima di Queen Elizabeth ne sarebbe rimasta impressionata. E che dire di quando vuoi alzarti con altrettanta eleganza ed invece ti si impiglia il pareo nella chiusura?
Affettata? Affettati? Le forze alimentari contro quelle del Male? E qui interviene Viola, la mia amica commissaria, affezionata alla sua lente d’ingrandimento con la quale esamina la scena del crimine: “A parte che mi hai ricordato di rifiutare l’invito a cena di quello psichiatra, tale Hannibal Lecter, che ho conosciuto sul social e che ama le bistecche al sangue, ce ne sono fin troppi di affettati in giro.
Quelli che salgono su un piedistallo di carta e quelli che affermano che solo la loro verità sia vera (peccato che duri solo l’istante in cui la pronunciano): secondo il comitato medico-tecnico-scientifico e paranormale di Paperopoli i pesci rossi con la loro efficacissima comunicazione sono più credibili”. Le hanno dato ragione persino Ariel e Nemo!
Carivoi, causa risolta. E, con tutto il rispetto per la Veg mortadella, mi preparo un panino con la mortazza. Punto punto.

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