~ Estratto da “La casa sul limitare del castello” di Rosanna Cassano ~
Maria amava il mare e, qualche volta, lo raggiungeva in bicicletta.
Sapeva di esserne legata perché, quando il cielo della sua anima impallidiva, il mare glielo azzurrava.
Le piaceva al mattino, quando era ridondante di luce, e poteva così trarne forza.
Lei era una che si colmava di mare: si inebriava della sua vista, beneficiava del senso di quiete che le trasmetteva e portava a casa quel profumo di salsedine che le restava attaccato per un po’ alla pelle quasi che potesse respirarne ancora.
Ma la cosa più importante era che il mare rispondesse a Maria.
Le domande della donna increspavano l’azzurro specchio in un andirivieni di onde ed esso diveniva uno zaffiro blu o uno zaffiro nero a seconda di ciò che gli veniva chiesto.
C’era un tempo segreto tra il passaggio della luce e le ombre cerulee e quello era il tempo delle risposte.
<<Tu sai cosa voglio chiederti>> gli sussurrò.
E lo sapevo anch’io: se questo fosse il regalo che voleva donarle il destino, a dispetto delle differenti condizioni sociali. Se sarebbe stata ancora felice (anche se lei lo era con poco) e se quell’uomo non si sarebbe poi pentito un giorno della sua scelta.
Quel mattino la bianca spuma delle onde, che riprendeva il colore della luna ancora visibile in cielo, intrecciò una nuvola di tulle simile ad un velo da sposa e Maria interpretò il significato di quel tessuto lunare.
Un buon augurio per aver deciso di affidare il suo destino a Gaetano.

Rispondi