Il comune denominatore di tutte le favole che ci raccontano da bambini è senz’altro la morale. La staffetta della morale parte dalla mela avvelenata di Biancaneve fino ad arrivare alla mela cotta dei giorni nostri. Nel mezzo ci sono la mela d’oro di Paride, quella di Guglielmo Tell e quella di Newton. Torta alla mela o tiramisù? Sarà vero che dalle preferenze alimentari si rileva parte della personalità? Gli strati irragionevoli di savoiardi inzuppati di caffè e quelli di mascarpone contro la genuinità della torta per antonomasia, mi indurranno al matrimonio col colesterolo? Viola, la mia amica commissaria nonché mio alter ego, afferma che la dieta perenne è una carcerazione anche se ti scagiona da un addominale…spigliato, diciamo. “Apprezza la finezza filosofica del parallelo di questi due dolci con l’animo umano: persino Eva si rese conto della pericolosità dei piccoli spicchi del frutto proibito nel mondo che sarebbe venuto dopo. E’ la solita storia: oltre l’apparenza, quella che tu non distingueresti manco se te la spiegasse il genio della lampada di Aladino, c’è la parte oscura di ognuno di noi.” Invece il tiramisù dichiara subito che, anche se non avrai la prestanza fisica di Yuri Chechi agli anelli, la cosa più agghiacciante da leggere sarà il valore della glicemia! Carivoi, causa risolta. Punto punto.
Brigantia | Laragazzadelfabbro 
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