Finalmente, dopo varie fregature, parto oculatamente più prudente e, raggiunto uno stato molto zen, ho compreso che alcuni oracoli non provengono certamente da lingue di santi ma da guru del momento che andrebbero vivamente censurati. Con lo stesso spirito del “non ci sono più le mezze stagioni” sottopongo alla mia amica commissaria Viola la mia ultima disavventura e di come questi tipi sospetti celebrino tutti i santi giorni la vittoria dei loro seminari filosofici il cui livello è pari alla trippa cucinata male. “Sei ufficialmente al primo posto nella mia top ten di quelle che si sono imbattute nell’acrilico camuffato da seta e in quelle cinquanta sfumature di verità che tornano comode quando si maneggia la cattiveria”. Dopo questo esordio fulminante constato con sollievo che ho ancora tutti gli organi. E, brandendo la lente, continua: “Personalmente sposo la causa delle mandorle amare. Occorre masticarne una di tanto in tanto per inquadrare le cose nella loro giusta prospettiva”. E così i servizievoli oracoli li ho mandati a pascolare in quei talk serali dove a tarda notte passa per buongustaio persino Hannibal Lecter. Carivoi, causa risolta. Punto, punto.

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