ll velo col quale fino a quel momento avevo tenuto ostinatamente bendati sia gli occhi che il cervello si squarciò una ventilata sera settembrina. Fossero state le celeberrime fette di salame almeno ci avrei fatto uno spuntino di consolazione…per la serie gli affettati affettuosi.
Quello strappo provocò due conseguenze: iniziare a valutare le vibrazioni che ti arrivano da chi ti è accanto e dare retta finalmente al famigerato “sesto senso” (ce l’abbiamo tutti, si esprime in modi differenti per ognuno e spesse volte lo si ricaccia indietro per eccesso d’affetto o ingenuità). Nel mio caso lo avevo sottovalutato da sempre ed ero certa che avrebbe sbattuto la porta di casa con una valigia in mano e lo sguardo compassionevole, dicendomi: “Con te è tempo perso, cerchi sempre il buono nelle persone, sei troppo fiduciosa ed il guaio più grosso è che la gente se ne approfitta”. Ah, che vita meravigliosa…
Quella sera una delle suddette vibrazioni mi spinse a girare la testa di lato, appena in tempo per intercettare il malevole sguardo: e, come nei migliori film paranormali dove o lo comprendi immediatamente che la casa è infestata o lo spirito si materializza e ti sbianca i capelli e l’anima, ebbi l’assoluta certezza che riguardasse me.
E fu così che finalmente il “sesto senso” assunse una consistenza corporea: commissaria Viola Cassile, da adesso in servizio effettivo! Carivoi, da quel momento in poi le cose assunsero un’angolatura diversa e di questo vi parlerò nei prossimi racconti. Punto punto.

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